CLIA Europe: la crocieristica italiana vale 4,5 miliardi di euro
Si è svolto qualche giorno fa alla Spezia l’Italian Cruise Day, il forum sullo stato di salute del settore dell’industria crocieristica italiana. Abbiamo intervistato Marco Digioia, Direttore affari governativi CLIA Europe (Cruise Lines International Association).
Qual è la situazione del mercato crocieristico in Italia?
Molto positiva. Lo scorso anno il settore crocieristico ha avuto un impatto economico diretto di ben 4,5 miliardi di euro, generando ben 103.000 posti di lavoro nel paese. 11 milioni di crocieristi sono stati movimentati nei porti italiani.
Quali sono le principali criticità che sono emerse nel corso della manifestazione?
La riforma portuale, il gap infrastrutturale, un regime normativo chiaro ed applicato in maniera armonizzata, la sinergia fra attori pubblici e privati per massimizzare il turismo crocieristico e in generale l’economia del mare: questi alcuni dei punti individuati, e sui cui lavorare.
Qual è la situazione del mercato europeo?
Ugualmente molto florida. Continuiamo a crescere. Lo scorso anno 6.59 milioni di passeggeri hanno prenotato una crociera in Europa, + 3.1 % rispetto al 2014. Si tratta del 30 % di tutto il traffico mondiale. I mercati chiave sono il Mediterraneo, seguito dal Baltico.
In termini economici, abbiamo generato oltre 40 miliardi di euro come contributo economico nel continente (di cui 16.8 di spesa diretta) e oltre 360.000 posti di lavoro. Insomma, se pensiamo che il Presidente della EU Juncker ha definito “crescita ed occupazione” come l’obiettivo principale per l’UE, diciamo che il crocieristico sta facendo bene i compiti a casa. Ricordo inoltre che nel periodo 2016-2019 abbiamo ordinato 21 navi da realizzare nei cantieri europei.
Come si colloca il sistema crocieristico italiano all’interno del contesto europeo e mondiale?
Basti dire che l’Italia da sola beneficia di un terzo di quanto generiamo a livello europeo in termini di crescita ed occupazione. Per non parlare della cantieristica italiana, vero fiore all’occhiello. Il paese rappresenta il 37,9% dei passeggeri e 29,5% degli accosti nell’intero Mediterraneo, che rappresenta la seconda destinazione al mondo dopo i Caraibi. Dobbiamo mantenere questo primato, attraverso politiche mirate, ad esempio rendendo i visti per I crocieristi provenienti da paesi terzi con un classe media emergente (ad es, i cinesi) piu facili. Per fare questo si deve anche essere preparati, la formazione nell’accoglienza, l’accessibilita devono essere garantite. C’è un grandissimo appetito di Italia “via mare”, e dobbiamo soddisfarlo.
Per quanto riguarda il livello globale, stimiamo che a fine 2016 saranno 23 milioni i crocieristi nel mondo, un + 4 % rispetto allo scorso anno.