La Ue propone un quadro europeo per il controllo degli investimenti esteri
La Commissione europea ha presentato oggi alcune proposte per la creazione di un quadro europeo per il controllo degli investimenti esteri diretti nell’Unione. La Ue infatti dispone di uno dei regimi più aperti al mondo in materia di investimenti. Ma in alcuni casi gli investitori esteri potrebbero cercare di acquisire attività strategiche che permetterebbero loro di controllare o influenzare imprese europee le cui attività sono cruciali per la nostra sicurezza e l’ordine pubblico. Tra queste vi sono attività connesse al funzionamento o alla fornitura di tecnologie, infrastrutture e fattori produttivi cruciali o informazioni sensibili.
Le acquisizioni in tali settori strategici da parte di società di proprietà o soggette al controllo di Paesi terzi potrebbero consentire a questi Paesi di sfruttare le attività a scapito non solo del primato tecnologico ma anche della sicurezza e dell’ordine pubblico dell’Ue.
La Commissione propone quindi un nuovo quadro giuridico che consente all’Europa di proteggere i suoi interessi fondamentali e che comprende:
un quadro europeo che consenta agli Stati membri di controllare gli investimenti esteri diretti per motivi di sicurezza o di ordine pubblico, comprendente obblighi di trasparenza, la regola della parità di trattamento tra investimenti esteri di origine diversa e l’obbligo di garantire possibilità di ricorso idonee in relazione alle decisioni adottate nell’ambito di tali meccanismi di riesame;
un meccanismo di cooperazione tra Stati membri e Commissione, che può essere attivato qualora uno specifico investimento estero in uno o più Stati membri possa mettere a rischio la sicurezza o l’ordine pubblico di altri Stati membri;
il controllo della Commissione europea per motivi di sicurezza o di ordine pubblico nei casi in cui gli investimenti esteri diretti negli Stati membri possano incidere su progetti o programmi di interesse per l’Unione, quali i progetti e i programmi nei settori della ricerca (Orizzonte 2020), dello spazio (Galileo), dei trasporti (reti transeuropee dei trasporti, TEN-T), dell’energia (TEN-E) e delle telecomunicazioni.
La proposta di regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti nell’Ue richiede l’approvazione del Parlamento europeo e degli Stati membri dell’UE in seno al Consiglio (procedura legislativa ordinaria). Per non perdere tempo, la Commissione europea propone pertanto di procedere da subito in parallelo con due misure supplementari.
In primo luogo istituirà un gruppo di coordinamento in materia di investimenti esteri diretti in entrata, che si occuperà di tutte le questioni che rientrano nell’ambito del regolamento proposto.
In secondo luogo, entro la fine del 2018 la Commissione effettuerà un’approfondita analisi dei flussi di investimenti esteri diretti nell’Ue, concentrandosi su quelli che riguardano settori strategici (come l’energia, lo spazio, i trasporti) e attività strategiche (tecnologie fondamentali, infrastrutture critiche, dati sensibili) il cui controllo potrebbe destare preoccupazioni per motivi di sicurezza o di ordine pubblico.Â