Inizia il viaggio finale della sonda Cassini, seguito da Sardinia Deep Space Antenna
La sonda Cassini tra qualche giorno compirà l’ultimo atto della sua ventennale missione dedicata al sistema di Saturno. Poi a metà settembre la sonda Nasa-Esa-Asi scenderà in picchiata nell’atmosfera di Saturno vaporizzandosi. I dati delle ultime tappe della missione saranno seguiti dal Sardinia Deep Space Antenna (SDSA), la prima unità di ricerca esterna dell’Asi presso la sede Inaf di Cagliari. Il SDSA dell’Agenzia Spaziale Italiana costituisce una nuova configurazione sviluppata per l’impiego a supporto di missioni interplanetarie, equipaggiando in modo adeguato il Sardinia Radio Telescope (SRT) realizzato dall’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, la Regione Sardegna e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, e destinato allo studio dell’universo e dei suoi misteri.
I test per “catturare” e seguire Cassini sono, in realtà, iniziati già il 22 agosto, quando la sonda è apparsa visibile alla radio antenna ma le prime operazioni di tracking sono iniziate oggi. “È davvero una giornata particolare oggi, – ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston – inauguriamo la prima unità di ricerca esterna dell’Asi presso la sede Inaf di Cagliari con le prime osservazioni dei segnali radio di Cassini raccolte da SRT e provenienti da un miliardo e 400 milioni chilometri di distanza. Con queste osservazioni SRT entra di fatto nella rete mondiale di radiotelescopi che scrutano lo spazio profondo per comunicare con i satelliti inviati sui pianeti del sistema solare. È un risultato esaltante, realizzato dopo un anno di intenso lavoro in collaborazione con Nasa-JPL e con i colleghi dell’Inaf, con cui Asi condivide l’uso dello straordinario telescopio SRT. È il primo passo di un lungo e ambizioso percorso, quello di raggiungere la piena capacità in trasmissione e ricezione in modo da contribuire alla gestione delle numerose missioni verso Marte che verranno lanciate nel 2020. In quell’anno assisteremo ad una sorta di imbottigliamento spaziale e tutti i radiotelescopi del mondo saranno utilizzati per guidare il traffico satellitare intorno a Marte e scambiare dati e comandi: sulla base di questi primi risultati ci aspettiamo che ASI con SRT farà la sua parte nel DSN”.