Veicoli industriali, il mercato rallenta: a giugno -2,4%
A giugno la stima delle immatricolazioni di veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5t è di 1.945 unità, in diminuzione del 2,4% rispetto alle 1.993 dello stesso mese del 2016. Lo ha reso noto il Centro Studi e Statistiche dell’Unrae sulla base dei dati forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Nel primo semestre del 2017 l’incremento stimato del mercato, rispetto allo stesso periodo del 2016, si attesta a +9,5%, con 11.755 unità immatricolate contro 10.732. Per i veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore alle 16t, le stime per il mese di giugno rilevano una diminuzione dello 0,6% con 1.530 unità contro 1.539. Con 9.484 unità rispetto alle 8.470, invece, nel semestre gennaio-giugno 2017 il mercato registra – rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – un incremento del 12%.
“I dati che le stime ci restituiscono – ha commentato Franco Fenoglio, presidente della sezione Veicoli industriali di Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – evidenziano un rallentamento delle immatricolazioni del quale avevamo già una percezione indiretta attraverso l’osservazione dell’andamento degli ultimi mesi. In particolare i dati di maggio, e ora quelli di giugno, mandano un segnale di attenzione, che conferma come – nei periodi di aspettativa di nuovi provvedimenti di sostegno – la domanda manifesti una tipica situazione di rinvio della decisione di acquisto”.
L’attuale situazione politica ed economica del sistema Italia, insieme con le notizie circa la possibilità che alcuni sostegni economici al settore, come il super-ammortamento, non vengano rinnovati, contribuiscono a creare un clima di incertezza che deprime la domanda. A dare fiducia non concorrono neppure le attività in corso a livello europeo in merito alla revisione complessiva delle norme sull’autotrasporto, che presentano talune criticità già denunciate dalle associazioni di settore.
“Un rallentamento significativo del mercato – ha proseguito Fenoglio – allontanerebbe inoltre il raggiungimento delle condizioni di sostenibilità ambientale da tutti ritenute ormai necessarie. D’altra parte, il comparto della logistica e dei trasporti è legato strettamente all’andamento economico del paese e alle variazioni del suo prodotto interno. Se in un sistema produttivo non decolla la domanda di beni, rimane depressa per conseguenza anche la domanda di trasporto; eppure il contributo economico del settore dovrebbe far riflettere il decisore pubblico”.