Rostec lancia la sfida a Boeing e Airbus
“Siamo pronti a competere con Boeing e Airbus nel mercato dell’aviazione mondiale”. La Russia è sempre più determinata a farsi sentire nel settore aerospaziale, civile e militare, come testimoniano le parole del numero uno di Rostec, Sergei Chemezov, che, intervistato da AFP, ha dichiarato che l’azienda di Stato sta ricevendo numerose manifestazioni di interesse verso i propri sistemi. Tra questi quelli antimissile, che, “nonostante le sanzioni internazionali contro la Russia nel settore della difesa, stanno marciando bene”. “C’è grande richiesta per l’S-400”, spiega Chemezov. A fine ottobre, Rostec ha sottoscritto un accordo con l’India per un numero di batterie non meglio precisato e questo “a dispetto degli avvertimenti di Washington”. Ad oggi i contratti per la batteria antimissile S-400 sono stati implementati sia con la Turchia che con la Cina.
Parallelamente alla modernizzazione della produzione militare, Rostec punta a far sì che i prodotti civili in portafoglio rappresentino il 50% delle entrate totali entro il 2025, rispetto al 28% attuale. “Se vogliamo continuare ad avere uno sviluppo sostenibile e rimanere competitivi, dobbiamo concentrarci sui prodotti civili”, dichiara Sergei Chemezov. La società, che controlla oltre 700 aziende, ha aperto a investitori privati alcune delle sussidiarie, tra cui Kalashnikov, che, controllata adesso per il 75% da privati, ha annunciato l’assunzione di 1.700 persone per gestire l’incremento delle esportazioni. “Vogliamo produrre non solo armi di piccolo calibro, ma anche sistemi aerei unmanned, battelli veloci, veicoli terrestri elettrici e altri prodotti civili ad elevato contenuto tecnologico”, afferma Chemezov.
Nel settore dell’aviazione commerciale, Rostec sta integrando UAC (United Aircraft Corporation), a cui fanno capo i principali costruttori russi di aerei militari e civili. Il 24 ottobre scorso, il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha firmato un decreto che impone il trasferimento del 92,31% delle azioni di UAC a Rostec. Il passaggio dovrebbe perfezionarsi nel giro di poco più di un anno e farà sì che l’intera catena di produzione russa degli aeromobili potrà fare riferimento ad un’unica entità, il che semplificherà la produzione, rafforzando la cooperazione tra costruttori e fornitori. “L’inclusione di UAC permetterà al cluster che fa capo a Rostec di portare i ricavi a un trilione di rubli (15 miliardi di dollari) e permetterà all’azienda di Stato di aggiungersi ai principali costruttori mondiali di aeromobili”, ha detto Anatoliy Serdyukov, direttore del cluster aviation di Rostec. I dati del cluster relativi al 2016 mostrano ricavi per 534,7 miliardi di rubli, 417 dei quali provenienti da UAC. Gli indicatori forniti da Rostec calcolano un aumento medio annuo del 14% entro il 2025. La nuova struttura sarà molto interessante per gli investitori, afferma la società. Tra le priorità di Rostec, il programma MS-21 per un aereo di medio raggio, su cui verranno investiti circa 55 miliardi di rubli.
Dal 14 al 16 novembre, Rostec ha preso parte al Bahrain International Airshow (BIAS) attraverso la controllata Rosoboronexport, che ha posto all’attenzione dei Paesi del Golfo sistemi ed equipaggiamenti militari. “Molte delle nostre piattaforme aeree esibite non sono seconde a nessuno”, dichiara Alexander Mikheev, direttore generale di Rosoboronexport.
I Paesi del Golfo hanno mostrato particolare interesse per quei sistemi ad ala fissa, rotante e droni, che – fa sapere l’azienda – “hanno dimostrato le loro capacità operative in Siria”. Il caccia multiruolo supermanovrabile Su-35, il MiG-29M/M2 e il combat trainer Yak-130 hanno suscitato particolare attenzione da parte del pubblico, esposti assieme al tanker IL-78MD-90A e all’aereo da trasporto tattico IL-76MD-90A(E), da poco in portafoglio. Per l’ala rotante, l’interesse è andato soprattutto sugli elicotteri da attacco e ricognizione, oltre che per l’elicottero leggero Ka-226T, mentre per quanto riguarda i droni sono state illustrate a diversi partner le caratteristiche dei programmi a corto raggio Takhion e Orlan-10E e del drone da ricognizione, long endurance, Orion-E.
“L’instabilità generale spinge il commercio di sistemi d’arma a livello mondiale e i Paesi del Golfo vogliono quelli più avanzati ed efficienti. Date le circostanze, ogni prodotto “made in Russia” gode di una forte richiesta, dal momento che i nostri equipaggiamenti sono stati testati in scenari di combattimento complessi e ad ogni clima, in aria, mare e terra”, ha detto Mikheev. A seguito di alcuni contratti firmati recentemente con nazioni arabe, il portafoglio ordini di Rosoboronexport ha raggiunto la cifra record di 50 miliardi di dollari.