Quattro Eurofighter della RAF rischierati in Romania. Da Londra massicci investimenti sulla cyber
Sarà il Regno Unito il primo Paese a rischierare propri caccia nell’ambito della missione Nato di Air Policing sul fronte Sud. Quattro Eurofighter della Royal Air Force, provenienti dalla base di Coningsby, saranno inviati a maggio prossimo su quella di Mihail Kogalniceanu, nel Sud Est della Romania, dove resteranno per circa quattro mesi a pattugliare, assieme all’Aeronautica romena la zona del Mar nero. La decisione segue quella, recentemente approvata, di inviare truppe terrestri in Estonia. “Il Regno Unito – ha dichiarato il segretario di Stato alla Difesa, Sir Michael Fallon – sta aumentando il proprio supporto alle iniziative di difesa collettive da Nord a Sud e con quest’ultima decisione gli aerei della RAF saranno pronti a proteggere lo spazio aereo Nato e a rassicurare gli alleati nella regione del Mar Nero”.
Durante il suo intervento, tenuto a pochi giorni dall’attentato che ha colpito Londra, alla conferenza internazionale sulla sicurezza, Fallon ha confermato l’intenzione del Regno Unito di voler investire in diverse capacità nazionali di sicurezza, specie sul dominio cyber. A testimonianza di questa intenzione, anche l’avvio in settimana della “Information Warrior 2017”, la più grande esercitazione di cyber guerra a cui abbia mai preso parte la Royal Navy. L’operazione ha lo scopo di testare nuove forme di Intelligenza Artificiale, capaci di velocizzare decisioni complesse. Il segretario di Stato ha spiegato che saranno investiti sullo sviluppo di nuove capacità 1,9 miliardi di sterline e che sarà creato un nuovo National Cyber Security Centre, una Defence Cyber School a Shrivenham e un Cyber Operations Centre a Corsham.
“I nostri militari – ha detto Fallon – sono i più preparati al mondo per fronteggiare minacce cyber, grazie a modalità integrate nell’Esercito, nella Marina e nell’Aeronautica. Tuttavia, in un ambiente dinamico come questo, dobbiamo continuamente testare e aumentare le nostre capacità. Siamo interessati non solo a sistemi difensivi, ma anche offensivi – ha concluso –. Chi minaccia attacchi contro di noi deve sapere il rischio che corre”.