Il Rafale verso lo standard F4, spinge sui risultati di Dassault
Jean-Yves Le Drian , ministro della Difesa francese, ha ufficialmente autorizzato lo sviluppo dello standard F4 del caccia multiruolo Rafale, in dotazione all’Aeronautica e alla Marina francesi e a diversi clienti export. Il programma coinvolgerà, oltre al prime contractor, Dassault Aviation, 500 aziende francesi, associate al programma. Una prima versione del caccia allo standard F4 è prevista nel 2023, quando succederà all’F3 R, che sarà disponibile nel 2018. “L’F4 risponderà ai ritorni delle esperienze operative e rinforzerà le competenze e le capacità tecnologiche nazionali, necessarie a preparare lo sviluppo della prossima generazione di aerei da combattimento”, ha detto Eric Trappier, ceo Dassault Aviation. Il numero uno si è inoltre dichiarato soddisfatto dell’intenzione della Difesa francese di andare oltre la quarta tranche del Rafale, attualmente in produzione, “per rispondere principalmente ai bisogni dell’Armée de l’Air”. “Questo rafforzamento nazionale del programma – ha concluso Trappier – consoliderà le capacità del nostro aereo sui futuri mercati export”.
Il Rafale è stato esibito in questi giorni a LIMA 2017, il principale salone aerospaziale e marittimo dell’Asia Pacifico, che chiuderà i battenti tra due giorni. In particolare, in statica sono presenti un Rafale B ed un C dell’Armée de l’Air. Assieme ai due caccia, un Falcon 900LX. A inizio mese, Dassault Aviation – che nel 2016 ha festeggiato i 100 anni, la vendita di 36 Rafale all’India e la prima consegna del Falcon 8X (certificato Easa e FAA) – ha presentato i risultati d’esercizio. Nel 2016 gli ordini sono risultati in calo sul 2015 e comprendono 36 caccia Rafale e 21 aerei della famiglia Falcon, per un valore di 9,558 milioni di euro. Il dato include 12 cancellazioni per il Falcon 5X. Il portafoglio ordini di Dassault Aviation vale invece 20,323 milioni di euro (110 Rafale e 63 Falcon), mentre le vendite nette ammontano a 3,586 milioni di euro (6 Rafale alla Francia, 3 all’Egitto e 49 Falcon).
“Nel 2016 abbiamo avuto l’opportunità di riaffermare il nostro Dna: passione per l’aviazione, dualità militare e civile, ricerca di innovazione sul piano tecnologico e capacità di assicurare all’azienda una solida posizione finanziaria, che ci permetterà di investire”, ha sottolineato Trappier, ricordando però come il 2016 sia stato un anno caratterizzato da una forte incertezza globale, che ha pesato molto sul segmento business aviation, già colpito nel 2015. In questo settore il 2016 ha visto 49 consegne del Falcon, contro le 55 del 2015, e modifiche allo schedule del programma Falcon 5X, la cui prima consegna è ora prevista per la fine del 2020, a causa delle modifiche al motore SilverCrest di Safran, in corso di sviluppo. Dassault ha inoltre ricevuto un ordine dalla guardia costiera giapponese per un Falcon 2000 e consegnato 2 Rafale retrofittati allo standard F3 alla Marina francese. Oltre a questo, si è aggiudicata un contratto di upgrade per i Mirage 2000D e continuerà nel miglioramento dell’Atlantique 2.
Il 2016 ha visto poi un nuovo volo di test del dimostratore europeo nEUROn (di cui Dassaul è capofila e al cui programma di sviluppo partecipa anche l’Italia) dalla portaerei “Charles de Gaulle” ed il lancio, da parte dell’OCCAR (Organization for Joint Armament Cooperation), in cooperazione con i ministeri della Difesa francese, tedesco, italiano e spagnolo, di uno studio di definizione della durata di 2 anni per il MALE RPAS da realizzare con tecnologia europea. Questo progetto coinvolge oltre al costruttore francese, Airbus Defence and Space e Leonardo. Per il 2017 il gruppo prevede di consegnare 45 Falcon e 9 caccia Rafale (uno alla Francia e 8 all’Egitto) e vendite nette in aumento rispetto al 2016, “guidate – fa sapere Dassault – dall’export del Rafale”.