Vola e si assicura un contratto export l’UAV cinese Wing Loong II
La Cina si è assicurata un contratto internazionale, da un cliente anonimo, per l’UAV da ricognizione multiruolo Wing Loong II, il cui velivolo di produzione era stato svelato lo scorso anno all’Airshow di Pechino. La notizia, riportata dall’agenzia cinese Xinhua e ripresa dalla stampa internazionale, è stata data nello stesso giorno in cui il Wing Loong II ha effettuato il primo volo. Il contratto rappresenta il maggior ordine in regime di foreign military sales mai ricevuto dalla Cina per una piattaforma unmanned. “Il maiden flight segna una nuova generazione di velivoli a pilotaggio remoto multiruolo”, dichiara a Xinhua un responsabile del programma. L’ordine di export rappresenta inoltre l’ingresso della Cina nel novero di quei Paesi, su tutti Stati Uniti (l’UAV assomiglia per dimensioni all’MQ-9 Reaper di General Atomics, anche se non ne eguaglia le prestazioni in termini di velocità e quota) e Israele, capaci di sviluppare ed esportare piattaforme di nuova generazione per missioni di sorveglianza. Non solo, secondo quanto dichiarato in questi giorni, l’UAV dotato di tre punti di attacco per carichi esterni sotto ogni ala e capace di caricare fino a 400 kg di payload, potrà effettuare missioni di intelligence, guerra elettronica e ricerca e soccorso (SAR). Lo Wing Loong II (apertura alare 20,5 metri, altitudine massima 9 chilometri, 340 chilometri orari la velocità a cui può arrivare e 30 ore di resistenza) è stato sviluppato dal Chengdu Aircraft Design and Research Institute (CADI), controllato dalla società AVIC (Aviation Industry Corporation of China), nel cui portafoglio è presente anche il predecessore dello Wing Loong II: il MALE Wing Loong I. L’UAV di categoria medium-altitude long-endurance, utilizzato dalla PLAAF (People’s Liberation Army Air Force), è stato esportato in Kazakhstan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.