La Francia arma i suoi Reaper, Parly “stesse regole di ingaggio”
In un discorso tenuto all’università della difesa di Tolone, il ministro Florence Parly, ha annunciato che la Francia armerà i propri sistemi a pilotaggio remoto. “Ho deciso – ha detto il ministro – di lanciare il processo di armamento dei nostri droni da sorveglianza e ricognizione”. La scelta è stata motivata dal fatto che questi sistemi, divenuti oramai indispensabili nelle missioni di tipo ISR, devono poter utilizzare mezzi adeguati per intervenire, nel caso la situazione lo richieda.
L’armamento dei droni secondo il ministro permetterà di avere da un lato maggiore efficacia nelle operazioni e dall’altro risparmi di tipo economico grazie ad un miglior utilizzo di altri sistemi da combattimento, caccia in primis, seguiti da elicotteri e dai rispettivi aerorifornitori.
“Questi sistemi sono più rapidi e potenti – ha detto Florence Parly -, ma più pesanti nella messa in operazione”. La decisione riguarderà inizialmente i Reaper acquisiti dagli Stati Uniti e rischierati in Sahel, che potranno essere equipaggiati con i missili Hellfire e bombe GBU. “In un primo momento armeremo i nostri Reaper – ha detto Parly – dotandoli di un armamento guidato di precisione”. La Francia ha in linea sei Reaper, cinque basati a Niamey e uno a Cognac. L’armamento sarà poi esteso ad altri sistemi.
“Nel medio termine – ha detto il ministro – il futuro drone europeo (il MALE 2020, ndr) a cui stiamo lavorando con la Germania, l’Italia e la Spagna sarà altresì armato”. Il ministro ha infine dichiarato che i droni armati saranno utilizzati con le “stesse regole di ingaggio degli armamenti attualmente operativi”. I primi ad armare sistemi senza pilota sono stati americani e israeliani, seguiti in Europa dal Regno Unito, mentre l’Italia, che non li utilizza armati, aveva ottenuto via libera dagli Usa nel 2015.
Eva Lami