Iata: timidi segnali di ripresa del traffico aereo a maggio
A maggio il traffico aereo di passeggeri (misurata in chilometri passeggeri o RPK) è diminuito del 91,3% rispetto allo stesso mese 2019. Si tratta certamente di una percentuale impressionante ma comunque in miglioramento, seppur lieve, rispetto al -94% registrato nello scorso mese di aprile. Il miglioramento, sottolinea l’Associazione internazionale del trasporto aereo, è stato trainato dalla ripresa in alcuni mercati domestici, in particolare la Cina.
“Maggio non è stato così terribile come aprile. Questo è praticamente l’aspetto migliore che possiamo cogliere rispetto agli ultimi dati – ha commentato Alexandre de Juniac, direttore generale e Ceo della Iata –. Come previsto, i primi miglioramenti della domanda di passeggeri si stanno verificando nei mercati nazionali. Il traffico internazionale è rimasto praticamente fermo a maggio. Siamo solo all’inizio di una lunga e difficile ripresa. E c’è un’incertezza tremenda sull’impatto che potrebbe avere una ripresa di nuovi casi Covid-19 nei mercati chiave”.
Il traffico internazionale di passeggeri di maggio è diminuito del 98,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, rimanendo praticamente invariato rispetto al -98,4% registrato ad aprile. La capacità è crollata del 95,3% e il fattore di carico è sceso di 51,9 punti percentuali al 28,6%, il che significa che in media sono stati occupati poco più di un quarto dei posti.
I passeggeri trasportati da vettori europei sono diminuiti del 98,7% rispetto allo scorso anno, praticamente invariati rispetto al calo del 98,9% di aprile, e continuano a rappresentare il dato peggiore tra le diverse regioni. La capacità è scesa del 97,5% e il fattore di carico è sceso di 41,7 punti percentuali al 42,4%.
Il traffico di maggio delle compagnie aeree dell’Asia-Pacifico è precipitato del 98% rispetto allo stesso periodo 2019, anche in questo caso in linea con il -98,2% registrato ad aprile. La capacità è scesa del 95,1% e il fattore di carico si è ridotto di 46,6 punti percentuali al 32,1%.
Le compagnie aeree del Medio Oriente hanno registrato una contrazione del traffico del 98%, in ulteriore peggioramento rispetto al calo del 97,3% di aprile. La capacità è crollata del 93,9% e il fattore di carico è sceso al 23,9%, in calo di 49,1 punti percentuali rispetto a maggio 2019.
I vettori nordamericani hanno registrato un calo del traffico del 98,2%, praticamente invariato rispetto al -98,4% di aprile. La capacità è scesa del 94,5% e il fattore di carico è sceso di 56,7 punti percentuali al 27,2%.
Le compagnie dell’America Latina hanno registrato un calo di passeggeri del 98,1% rispetto a maggio dell’anno scorso, anche in questo caso sostanzialmente invariato rispetto al -98,2% di aprile. La capacità è scesa del 96,6% e il fattore di carico è sceso di 38,1 punti percentuali al 45,9%, che rappresenta il risultato migliore tra le regioni.
Il traffico delle compagnie africane è calato del 98,2%, in lieve miglioramento rispetto al -98,7% di aprile. La capacità ha subito una contrazione del 77,8%, che è stata la riduzione di offerta più contenuta tra le regioni, e il fattore di carico è sceso di 61,8 punti percentuali a solo il 5,3% dei posti occupati, il più basso tra le regioni.
Per quanto riguarda il traffico interno, la diminuzione registrata a maggio sulle rotte domestiche è del 79,2%. Si tratta di un deciso miglioramento rispetto al -86,2% di aprile. La capacità domestica è scesa del 69,2% e il fattore di carico è sceso di 27,2 punti percentuali al 56,9%.
I vettori cinesi hanno registrato un calo del traffico del 49,9% su base annua a maggio, in netto miglioramento rispetto al -64,6% registrato ad aprile. Tuttavia, il miglioramento è stato interrotto recentemente dalle cancellazioni dei voli da e verso Pechino, a causa dell’aumento del numero di nuove infezioni in città.
A maggio il traffico interno delle compagnie statunitensi è diminuito dell’89,5%, in miglioramento rispetto al calo del 95,6% registrato ad aprile. Tuttavia, il recente aumento dei tassi di infezione negli Stati chiave degli Stati Uniti a seguito della revoca delle restrizioni di blocco potrebbe avere un impatto negativo su questi primi segnali di ripresa.
“Sembra che siamo nelle primissime fasi di una ripresa del trasporto aereo. Ma la situazione è fragile – ha aggiunto de Juniac –. Abbiamo bisogno che i Governi sostengano e rafforzino il riavvio implementando rapidamente le linee guida globali dell’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (Icao) per ripristinare la connettività aerea. I Governi devono anche evitare di aggiungere elementi di blocco al recupero, come l’implementazione di quarantene in ingresso. Hanno lo stesso impatto dei divieti di viaggio e manterranno le economie chiuse. I Governi dovrebbero anche evitare nuove tasse e oneri per coprire i costi delle misure sanitarie relative a Covid-19 (come test e tracciabilità dei contatti), che renderanno i viaggi meno accessibili. I viaggi e il turismo rappresentano il 10,3% del Pil globale e 300 milioni di posti di lavoro. È nell’interesse di tutti, compresi i Governi, rimuovere gli ostacoli ai viaggi non appena è sicuro farlo. E nel frattempo, è fondamentale che i Governi non blocchino la fragile ripresa introducendo nuovi ostacoli normativi o di costo ai viaggi”.