Iata: distanziamento sociale economicamente insostenibile per la maggior parte delle compagnie aeree
Una delle misure su cui si sta ragionando in vista della ripresa dei viaggi aerei, con il progressivo allentamento delle misure di lockdown per il contenimento della pandemia da Covid-19, è il distanziamento dei passeggeri. Seguendo questo principio le compagnie aeree dovrebbero lasciare posti vuoti tra i passeggeri dell’aeromobile, limitandone dunque forzatamente il load factor. L’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) ha realizzato uno studio in cui esamina il possibile impatto economico della riduzione dei posti disponibili da parte delle compagnie.
A seconda del tipo di aeromobile e della configurazione del sedile la distanza sociale potrebbe ridurre la capacità del 33-50%. Ad esempio, con la configurazione più comune a 3-3 posti, l’allontanamento potrebbe significare che il sedile centrale rimanga vuoto su entrambi i lati della cabina. Per i velivoli a turboelica con una configurazione a 2-2 posti, potrebbe essere occupato un solo posto per fila su ciascun lato del corridoio. Considerando la flotta globale di aeromobili, Iata stima che tale distanza sociale ridurrebbe i posti prenotabili al 62% della normale capacità .
Naturalmente il load factor dei voli costituisce un fattore determinante per le prestazioni finanziarie delle compagnie aeree. Sulla base di un campione di 122 compagnie, in media il pareggio di bilancio viene raggiunto con un fattore di carico del 77%. Solo 4 compagnie nel campione utilizzato per lo studio raggiungerebbero un bilancio in pareggio anche con fattori di carico inferiori al 62%. Le restanti 118 compagnie, mantenendo le tariffe attuali, con fattori di carico inferiori al 62% andrebbero in perdita.
In realtà poi non è detto che, dovendo limitare la disponibilità di posti,i vettori riescano a raggiungere un load factor del 62%. A causa della stagionalità della domanda, raramente il load factor si attesta su una media superiore all’80-85% della capacità . In base a questo principio, dunque, Iata stima che le compagnie riusciranno a raggiungere circa l’85% del 62% di riempimento totale, vale a dire il 53% dei loro posti.Â
Per coprire i costi di un volo con meno passeggeri a bordo, le compagnie dovrebbero probabilmente aumentare le tariffe anche solo per raggiungere il pareggio (cioè senza generare alcun profitto). Tuttavia, conclude Iata, è difficile immaginare un aumento delle tariffe aeree in un contesto in cui la domanda sarà debole e il recupero lento, soprattutto nella prima fase.