A4E: abolizione delle tasse sul trasporto aereo porterebbe a un aumento del Pil
L’abolizione della cosiddetta “addizionale comunale”, ovvero la tassa sul trasporto aereo destinata ai Comuni, comporterebbe un immediato incremento del Pil, pari a 880 milioni di euro solo nel primo anno. E’ quanto rivela uno studio condotto da PricewaterhouseCoopers LLP (PwC), dal titolo “L’impatto economico dell’abolizione delle tasse sul trasporto aereo in Italia”. Lo studio sottolinea ancora che entro il 2030 l’incremento sarebbe pari a 1,74 miliardi di euro annui (considerando lo stesso stato attuale dei livelli di tassazione). Anche in Italia il settore dell’aviazione vedrebbe un incremento, raggiungendo il valore di 480 milioni di euro all’anno entro il 2020 e 590 milioni di euro entro il 2030. “Questi risultati dovrebbero servire come segnale per il governo italiano sulla vasta portata dell’impatto economico che l’abolizione di queste tasse potrebbe determinare”, ha dichiarato Thomas Reynaert, Managing Director di A4E.
Attualmente i Paesi europei che applicano tasse a carico dei passeggeri sono Austria, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Norvegia e Regno Unito, con Svezia (2018) e Paesi Bassi (2021) che stanno pianificando di introdurle nel prossimo futuro. Uno studio più ampio realizzato da PwC sull’impatto dell’abolizione delle tasse sul trasporto aereo in tutta l’Unione europea evidenzia che il maggiore beneficiario della riduzione fiscale sarebbe l’intero settore turistico. Secondo lo studio, la completa abolizione di tutte le tasse a carico dei passeggeri aerei in Europa potrebbe favorire più di 45 milioni di arrivi entro il 2020, circa 25,4 milioni di turisti. Dal 2006 al 2016, i prezzi medi dei biglietti aerei in Europa sono diminuiti dell’8%, mentre la media delle tasse pagate è più che raddoppiata: da 6 a 14 euro per biglietto. Oltre alle tasse a carico dei passeggeri, che vengono applicate dai governi nazionali per incrementare le entrate, le compagnie aeree e i passeggeri sono anche soggetti al pagamento dei diritti per l’accesso alle infrastrutture e l’uso dei servizi aeroportuali. Tra il 2006 e il 2016, anche queste voci sono più che raddoppiate: da 16 a 33 euro per biglietto.
“Il nostro impegno e i nostri sforzi per collaborare con le autorità competenti continuano, con l’obiettivo di creare le migliori condizioni possibili per i viaggiatori in Italia – ha affermato Luciano Neri, segretario generale dell’IBAR, Italian Board of Airline Representatives – Le compagnie hanno già fatto la loro parte, ora è il momento per altri di fare lo stesso”.