Trasporto pubblico: convegno Asstra, rilanciare la mobilità urbana con la finanza
In Italia il sistema di trasporto pubblico evidenzia “un ampio potenziale inespresso” che potrebbe essere valorizzato attraverso: piani di infrastrutturazione delle città in termini di connessioni metropolitane e ferroviarie; progetti di rinnovo del parco mezzi nella direzione della mobilità elettrica (solo il 2% della flotta italiana è a trazione elettrica o ibrida); processi di innovazione tecnologica dei servizi di trasporto. E’ quanto emerge dal 14° Convegno nazionale dell’Asstra sul trasporto pubblico locale in occasione del quale è stato presentato uno studio di settore insieme a Unicredit.
L’elevato fabbisogno di investimenti, si rileva, “impone alle imprese di Tpl un cambiamento nelle strategie di finanziamento, ad oggi sbilanciate verso il canale bancario che rappresenta più della metà del totale dei debiti finanziari delle aziende del settore”. La scarsa diversificazione delle fonti di approvvigionamento di capitali, infatti, “costituisce un fattore di rischio per gli operatori, compromettendo la loro capacità di implementare i piani di investimento”.
Tra il 2011 e il 2015 il settore del Tpl ha ricevuto oltre 15 mld di euro di finanziamenti, di cui quasi il 60%, concesso dal sistema bancario. Lo stock di finanziamenti ha registrato una flessione del 5,8% medio annuo, nell’orizzonte considerato, riconducibile alla marcata contrazione dei prestiti alle grandi imprese (-10% medio annuo tra il 2011 e il 2015) e alla forte riduzione dei finanziamenti alle aziende del segmento Small (-13% medio annuo).
Questo dato riflette, da un lato, i problemi finanziari di alcuni grandi player del mercato, dall’altro, le difficoltà di accesso al mercato dei capitali e del credito, per gli operatori di piccola dimensione. L’emissione di obbligazioni per il reperimento delle risorse necessarie agli investimenti, al momento, non costituisce un’opzione presa in grande considerazione dalle imprese di tpl.
Risulta evidente la necessità di incoraggiare le imprese all’impiego congiunto di strumenti finanziari, selezionando i più idonei alle varie tipologie di asset da realizzare, anche in un’ottica di diversificazione del rischio. Sino ad ora le aziende di tpl “hanno fatto un limitato ricorso al mercato dei capitali principalmente a causa della ridotta conoscenza delle potenzialità offerte dai diversi strumenti finanziari”. Tuttavia, alla luce dei risultati di una survey condotta su un campione rappresentativo di imprese associate Asstra, emerge “un interesse crescente degli operatori per i prodotti di finanza evoluta, quali bond, leasing e project finance, individuati come opzioni percorribili per finanziare il piano investimenti”.
I risultati della survey condotta da Asstra e UniCredit hanno evidenziato che gli operatori di tpl utilizzano in modo estremamente limitato gli strumenti di finanza evoluta, quali bond e project finance. Solo le imprese di taglia Mid (con fatturato tra i 5 e i 25 mln) e Top (25-350 mln) sembrano avvicinarsi al mercato dei capitali, tuttavia quasi esclusivamente attraverso il ricorso a Interest Rate Swap per la copertura rischi di interesse su finanziamenti.
Il leasing si configura come strumento preso in considerazione dalle imprese di Tpl: più della metà dei rispondenti del campione dichiara di aver utilizzato diverse tipologie di leasing. In particolare: le imprese di piccole dimensioni (meno di 5 mln di fatturato), sino ad oggi, hanno fatto ricorso esclusivo al leasing targato; le imprese Top e Mid hanno utilizzato anche il leasing operativo e quello immobiliare per finanziare l’acquisto di edifici da destinare ad uso ufficio; le grandi imprese del campione, invece, non si sono avvalse di alcuna tipologia di leasing. Questi operatori tendono ad acquisire i mezzi tramite mutui bancari e l’autofinanziamento.
Dall’analisi campionaria emerge il ruolo importante dei fondi strutturali e di investimento europei e nazionali per sostenere progetti nel settore del Tpll: il 50% delle imprese rispondenti ha fatto ricorso alle risorse dei programmi operativi pluriennali comunitari e nazionali, in particolare attraverso i fondi Fesr e i Pon e i Por.
Tuttavia sono sostanzialmente gli operatori di fascia Top (con l’aggiunta di qualche impresa Mid) ad avvalersi dei finanziamenti comunitari. Al contrario le aziende large corporate (fatturato superiore a 350 mln) dichiarano di non aver utilizzato, sino ad oggi, le risorse dei fondi sovranazionali, che però diventano un’opzione da prendere in considerazione per il finanziamento degli investimenti del piano industriale 2017-2020. Da rilevare altresì la quota non trascurabile di imprese che manifestano di non conoscere lo strumento, dato che mette in evidenza la necessità di attività di education e di supporto alle imprese di Tpl nell’utilizzo di queste forme di finanziamento.
In base alle risultanze dei piani di investimento 2017-2020, approvati solo dalla metà delle aziende intervistate, risulta che la quota più rilevante di risorse stanziate (circa l’80%) è destinata all’acquisto di materiale rotabile (per un ammontare totale di 567 mln di euro, nell’orizzonte del piano); circa il 14% dei fondi è allocato per investimenti diretti all’acquisto di apparati tecnologici, a bordo mezzo (per complessivi 101 mln di euro), in linea, con la strategia di digitalizzazione dei servizi di trasporto urbano; lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture rappresentano circa il 20% del valore degli investimenti totali programmati, pari a circa 146 mln di euro.