Scioperi: 2448 proclamazioni nel 2017, nei trasporti stop 1 giorno su 23
Si acuiscono le conflittualità in materia di trasporti come evidenzia la relazione sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali presentata in Parlamento dal presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, Giuseppe Santoro Passarelli. Una radiografia impressionante che mette a fuoco “una sorta di paradosso che si annida nel nostro sistema di relazioni industriali”. Aumentano infatti le proclamazioni di scioperi ma, poi, le proteste effettuate sono meno della metà e colpiscono soprattutto i servizi con alcuni settori come il trasporto pubblico locale, con l’Atac che macina record, e il trasporto aereo che ‘soffrono’ più di altri.
Nel 2017 sono state 2.448 le proclamazioni di sciopero nel settore dei servizi pubblici essenziali, il 4% in più rispetto al 2016. Un dato che sul piano concreto, tra revoche spontanee e interventi del garante sugli scioperi, ha visto scendere le azioni effettive di astensione dal lavoro a quota 1.617, meno della metà. “E’ un dato molto alto se paragonato a quello di altri Paesi democratici con modelli pluralisti di relazioni industriali”, segnala Passarelli.
La conflittualità nel trasporto pubblico locale è la più critica dove sono state 121 le giornate di sciopero nel 2017, 1 giornata di stop ogni 3 in salita rispetto alle 107 del 2016. Il record si registra a Roma, dove l’Atac, in concordato preventivo, registra la maggiore reiterazione di astensioni dal lavoro: 24 proclamazioni delle quali 13 effettivamente attuate in 7 diverse giornate a cui aggiungere altre 4 stop nel servizio di trasporto pubblico locale per l’adesione a scioperi generali.
Forti disagi anche nel trasporto aereo dove gli scioperi proclamati sono stati 260, il 20% in più rispetto al 2016 e quelli realmente effettuati 159 con una crescita del 35% sull’anno precedente. In controtendenza invece, il settore del trasporto ferroviario che registra un calo degli scioperi del 50% rispetto al 2016. La frenata è riconducibile, dice il Garante, ” al rinnovo del contratto nazionale nonché del contratto aziendale del gruppo Ferrovie dello Stato.
Nella relazione si mettono in luce anche tutte quelle “possibili elusioni della normativa, attraverso l’attuazione di forme anomale di lotta sindacale diverse dallo sciopero in senso tradizionale, ma che comportano, sicuramente, un pregiudizio ai diritti costituzionalmente garanti dei cittadini utenti”. Tra le forme non convenzionali di sciopero rientrano quindi: l’esercizio del diritto di assemblea che è una forma di astensione dal lavoro con una soglia di garanzie inferiore a quella prevista per gli scioperi. Ci sono poi le assenze per malattia, altro fronte sul quale è concentrata l’attività della Commissione.
Nei trasporti, sottolinea Passarelli si va affermando “una nuova generazione di conflitti da cui talvolta nessuno appare trarre benefici: le controparti sono divenute eterogenee, frammentate e finanche evanescenti, a causa della incontrollata proliferazione delle sigle sindacali e della parte datoriale, e i cittadini-utenti divengono spesso le vittime principali”. È quindi necessario conclude il Garante verificare la rappresentatività sindacale per arginare il fenomeno dilagante degli scioperi nei servizi pubblici essenziali.