Emilia-Romagna: siglato patto per il tpl. 75 treni e 600 bus nuovi entro il 2020
E’ stato siglata oggi a Bologna una riforma “per rendere più efficace e di qualità il trasporto pubblico in Emilia-Romagna” che prevede impegni e investimenti per arrivare a ridisegnare sia il settore ferroviario sia il trasporto dei bus urbani. Infatti, a sottoscrivere il Patto per il trasporto pubblico regionale e locale per il triennio 2018-2020, sono stati il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, i rappresentanti di Province, Comuni e associazioni degli enti locali, Città metropolitana di Bologna, società di gestione pubbliche e private alla presenza del ministro dei Trasporti Graziano Delrio. L’intesa si è concretizzata nell’ambito degli “Stati generali del trasporto pubblico per la mobilità quotidiana”.
“Abbiamo approvato un piano di investimenti da quasi 2 miliardi di euro – ha spiegato il presidente della Regione Stefano Bonaccini – e abbiamo una riforma globale definita attraverso un percorso virtuoso di concertazione tra pubblico e privato, che garantisce il 27% del servizio. È un’assunzione collettiva di responsabilità attraverso la definizione di obiettivi e tappe comuni, per promuovere e rafforzare il sistema dei trasporti pubblici e la cultura della mobilità sostenibile”.
“È un patto storico per la regione – ha aggiunto l’assessore ai Trasporti Raffaele Donini – che permetterà un’ulteriore qualificazione del trasporto pubblico in Emilia-Romagna, in linea con quanto previsto dal Piano regionale per la qualita’ dell’aria (Pair 2020). Puntiamo ad aumentare del 10% i passeggeri del trasporto pubblico su gomma (oggi quasi 41 milioni all’anno) e del 20% il numero di chi viaggia in treno (oltre 283 milioni all’anno), offrendo un servizio di qualità”.
75 nuovi treni entro il 2019 e 600 nuovi autobus entro l’anno successivo. Il biglietto unico che permetterà a circa 36.000 pendolari del servizio ferroviario di viaggiare gratis in bus in 13 città e un balzo in avanti della tecnologia, con l’acquisto del biglietto via smartphone, su internet con Qr code oppure direttamente a bordo degli autobus con bancomat e carte di credito contactless. Dal settembre 2018 la tessera ‘Mi Muovo’ diventerà intanto una sorta di borsellino elettronico per tutti i cittadini, per acquistare biglietti singoli di autobus e treni regionali. Una realtà che interessa oltre 1 milione di passeggeri al giorno (850 mila su gomma e 150 mila su ferro) e 7.230 lavoratori in aziende che, insieme, hanno un fatturato annuo di 650 milioni euro. Per quanto riguarda i nuovi mezzi è previsto un investimento di oltre 900 milioni di euro che, sommandoli alle risorse previste nel piano triennale di ammodernamento delle stazioni, supera il miliardo di euro. Entreranno poi in servizio 96 nuovi convogli, di cui 75 entro il 2019, grazie ad un investimento complessivo di 750 milioni di euro. Tra le novità, nel 2018 saranno potenziate le tratte ferroviarie Bologna-Ravenna (con riduzione dei tempi a 60 minuti) e Bologna-Rimini (44 minuti). Sarà completato anche il collegamento alta velocità tra Bologna e Venezia. Entro il 2020 saranno rinnovati 600 nuovi autobus grazie ad un investimento di 160 milioni di euro, di cui 80 a carico del bilancio regionale. Saranno così sostituiti i mezzi più obsoleti della flotta: dopo i 191 nuovi bus (diesel euro 6) arrivati nel 2017, 70 (a metano, ibridi o elettrici) circoleranno nel 2018 e i restanti 339 entro il 2020. Dal gennaio 2019 si arriverà poi ad un’azienda unica per il trasporto ferroviario dell’Emilia-Romagna, che riunirà i due gestori del servizio di trasporto su ferro, Trenitalia e Tper.
Mentre per quanto riguarda la gestione delle infrastrutture, sempre oggi è stata firmata un’intesa tra Regione, Fer (attuale gestore regionale) e Rfi (gestore della rete nazionale) per avviare il percorso di trasferimento a Rfi della gestione di tutti i 1.400 chilometri di rete ferroviaria dell’Emilia-Romagna. In prospettiva, l’obiettivo è quello di trasferire allo Stato l’intera rete ferroviaria, “per adeguarla dal punto di vista tecnologico e innalzarne il livello di sicurezza attraverso un piano decennale di investimenti da oltre un miliardo di euro contenuti nel masterplan allegato all’intesa”.
“Il patto di Bologna è la strada giusta per il trasporto pubblico locale – ha detto il ministro Graziano Delrio -. Le importanti risorse per il rinnovo dei mezzi, le nuove regole che mettono al centro la qualità del servizio, le iniziative messe in campo dal Governo e dalla Regione richiedono un lavoro attento di attuazione, molto più efficace con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, per realizzare pienamente il diritto alla mobilità. L’esperienza emiliano-romagnola può essere un esempio virtuoso in questo senso. Bologna ha fatto tanto, questa regione ha fatto tanto, ma dobbiamo migliorare ancora. Perchè l’utilizzo dell’auto è ancora troppo alto nelle città. Il mezzo più sostenibile e anche sicuro è il mezzo pubblico, non l’auto”. Con l’intesa, che riguarda a 360° il trasporto locale “il piano Marshall dei trasporti si dimostra vero. L’esperienza dell’Emilia-Romagna è di straordinario significato per tutto il paese ed è stata ispiratrice delle nostre politiche a livello nazionale. Negli ultimi 15 anni lo Stato aveva messo 500 milioni per il rinnovo del parco autobus. Nei prossimi 15 anni mettiamo dieci miliardi. C’è una certa differenza che ci consentirà di mettere mezzi nuovi dappertutto, 5.000 nuovi autobus già nel prossimo anno e mezzo e via tutti gli autobus euro 0, quelli altamente inquinanti”. Quanto ai treni locali, l’Emilia-Romagna “ha aperto la strada con la gara da 5 miliardi”, la cosiddetta gara del ferro, “che significa commesse per i prossimi 15 anni e significa anche lavoro”.
Il prossimo passaggio sarà nel 2018 la riclassificazione da parte del Governo, d’intesa con le Regioni, delle tratte regionali a ferrovie d’interesse nazionale (che qui potrebbe riguardare la Parma-Suzzara-Ferrara; la Bologna-Portomaggiore; la Casalecchio-Vignola; la Reggio Emilia-Sassuolo; la Reggio Emilia-Guastalla), per giungere nel 2019 al subentro da parte di Rfi nella gestione di tutte le linee regionali ed entro il 2020 al trasferimento allo Stato, con un risparmio da parte della Regione dei relativi costi.