Emilia-Romagna: rilancio del Tpl con un piano da quasi 1 miliardo e 400mln
Oltre un milione di passeggeri al giorno: 850 mila su gomma e 150 mila su ferro, in continua crescita. Più di 7.200 dipendenti, come un’azienda da 650 milioni di fatturato. È il trasporto pubblico dell’Emilia-Romagna, che la Regione è pronta a rilanciare con un piano di investimenti da quasi 1 miliardo e 400 milioni di euro. Un piano che prevede il rinnovo del parco mezzi, con l’immissione su tutto il territorio regionale di centinaia di autobus ecocompatibili e treni; l’utilizzo delle moderne tecnologie per facilitare l’acquisto dei biglietti e gli spostamenti dei passeggeri; tariffe integrate per gli abbonamenti, con risparmi certi per i pendolari; investimenti straordinari sulla rete ferroviaria per eliminare i passaggi a livello, completare l’elettrificazione delle linee e l’installazione dei sistemi tecnologici di sicurezza; ma anche un progetto di riforma della governance, sia su ferro che su gomma, che punta a rafforzare il servizio e a ridurre i costi. Per un trasporto pubblico sempre più sostenibile, comodo, di qualità, capace di rispondere alle esigenze dei tanti cittadini – mediamente il 13% degli emiliano-romagnoli – che ogni giorno per spostarsi usano autobus e treni.
“Questa è una vera e propria politica strategica di investimento sul trasporto collettivo, alternativo al mezzo privato, che tiene insieme i temi ambientali, puntando a migliorare la qualità dell’aria attraverso il potenziamento del trasporto pubblico, e l’elevata qualità dei servizi per utenti e pendolari – ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel presentare il programma -. E significa anche una politica industriale capace di creare, attraverso importanti commesse per l’acquisto di oltre cento nuovi treni e 600 autobus, occupazione e sviluppo. Tutto ciò che è alla voce mobilità sostenibile noi lo portiamo avanti. Le risorse investite e che continueremo ad investire ci permettono di segnare una vera svolta nella qualità del trasporto pubblico dell’Emilia-Romagna. E i numeri dimostrano che la cura del ferro, su cui abbiamo deciso di puntare da inizio mandato, funziona: i passeggeri che si muovono in autobus e in treno sono aumentati rispettivamente dell’1,5% e del 13,8% sul 2014. Ora andiamo avanti per centrare gli obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili, che ci siamo dati con il Piano dell’aria. Perché un trasporto pubblico migliore, lo ribadisco, significa anche un ambiente migliore”. Il traguardo fissato al 2020, infatti, è quello di incrementare il numero di passeggeri del traporto su gomma e su ferro rispettivamente del 10 e del 20% sul 2014.
Entro il 2019 entreranno in servizio 75 treni nuovi, 22 dei quali già nel 2017: si tratta di quelli che la Regione ha deciso di immettere in anticipo rispetto alla Gara del ferro (un piano di investimento complessivo da 750 milioni di euro, che prevede l’ingresso di 96 nuovi convogli). Inoltre, 2 treni sulla linea Modena-Sassuolo saranno introdotti in giugno di quest’anno e 3 sulle linee reggiane in dicembre 2018. 600 nuovi autobus saranno immessi su tutto il territorio regionale entro il 2020, per un investimento che vale 160 milioni di euro. 191 mezzi (diesel euro 6) entreranno in servizio nel 2017, 70 (a metano, ibridi o elettrici) nel 2018, i restanti entro il 2020.
La proposta della Regione è quella di trasferire allo Stato l’intera rete ferroviaria regionale. La Regione ha condiviso a livello tecnico con Rfi (Rete ferroviaria italiana) un piano che prevede 380 milioni di investimenti sul territorio regionale, di cui 100 già finanziati. Poi si punta a rafforzare e rendere ancora più efficiente il sistema su gomma, per aumentare la competitività del territorio e a tutelare l’occupazione. Due sono le opzioni in campo: o la creazione – al posto delle 9 attuali – di un’unica agenzia regionale, con i relativi presidi territoriali; oppure la fusione in 4 agenzie con le medesime funzioni, come previsto dalla legge regionale 30/98. Un passaggio necessario, a cui si aggiunge la proposta della Regione: aggregare in un’unica holding regionale le aziende di trasporto a maggioranza pubblica (Tper, Tep, Start Romagna e Seta).