Alemanno: liberalizzare i poteri forti, non i taxi
”Mi auguro che non ci sia necessità di scendere in piazza e mi auguro che il governo comprenda che le liberalizzazioni sono quelle da fare nel settore economico, dei grandi gruppi, nei poteri forti. E’ là che bisogna liberalizzare”. Questo l’incipit del pensiero del sindaco di Roma Gianni Alemanno, in merito alla liberalizzazione dei taxi, affidato a una dichiarazione per Adnkronos. “Per quanto riguarda i tassisti – puntualizza il primo cittadino – non siamo di fronte a liberalizzazioni, ma di fronte a deregolamentazioni che servirebbero soltanto a impoverire una categoria e a renderla mercè delle speculazioni di grandi gruppi, che invaderebbero il mercato rischierebbero di rendere dei proletari tutti quelli che oggi gestiscono un taxi”.
Alemanno propone dunque di affidare ai sindaci il compito di regolamentare i taxi e il tpl non di linea, di modo che ogni città possa dettare norme precise. “Noi – aggiunge il sindaco – paghiamo moltissimi soldi per noleggiatori con conducente che magari hanno la licenza in un altro comune ma vengono a operare a Roma. Queste persone, che consumano le strade di Roma, usano i servizi di Roma, ma pagano le licenze in altri comuni. Bisognerebbe lanciare un federalismo rispetto al trasporto pubblico locale in maniera tale che siano i sindaci a scegliere il tipo di regolamentazione necessaria e utile non solo ai tassisti e ai noleggiatori ma anche ai consumatori”.
La liberalizzazione dei taxi suscita proteste anche in altre parti d’Italia. A Padova, nel Nord-Est, i tassisti promettono battaglia contro il decreto del governo Monti. Nella città di Sant’Antonio esiste un’unica cooperativa per 150 tassisti in servizio che, in un momento di crisi come quello attuale, a detta degli stessi operatori, sono più che sufficienti a soddisfare la richiesta del mercato locale. I tassisti padovani oggi saranno a Bologna per protestare insieme agli altri colleghi. “Non siamo i tassisti di cinquant’anni fa – spiega uno di loro – siamo piccoli imprenditori che ogni giorno devono combattere con l’aumento del gasolio e le spese da sostenere per la manutenzione del proprio mezzo. Vorremo capire come Monti intende mettere in atto queste liberalizzazioni. Qui a Padova ci sono 150 taxi e sono più che sufficienti”. Padova è la città del Veneto con più taxi in assoluto. Batte anche Venezia, ma Verona l’ha raggiunta per numero di mezzi. Fuori dalla stazione ferroviaria di Padova, la fila di taxi di fronte è costante: sostano fino a dieci mezzi contemporaneamente e le corse sono abbastanza frequenti.
Vincenzo Foti