Trasporto pesante, Giorgia Meloni: non basta l’elettrico, biocarburanti oltre il 2035
La posizione italiana punta su un percorso realistico che non sacrifichi competitività e lavoro
Nel suo intervento al Senato, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato al centro del dibattito il tema del trasporto pesante, collegandolo alla transizione climatica e alla necessità di soluzioni tecnologiche diversificate.
La posizione italiana punta su un percorso realistico che non sacrifichi competitività e lavoro.
Trasporto pesante e transizione climatica in Italia ed Europa
Il trasporto pesante è un settore indispensabile per la logistica e la continuità economica del Paese. Secondo Giorgia Meloni, la decarbonizzazione deve considerare le specificità dei mezzi pesanti, nei quali i limiti dell’elettrificazione totale sono ancora significativi nelle lunghe percorrenze e nei carichi più impegnativi.
Una politica climatica efficace deve evitare obiettivi irrealistici che potrebbero colpire industrie e imprese dell’autotrasporto già sotto pressione.
Trasporto pesante e biocarburanti: le parole di Giorgia Meloni
Nel passaggio dedicato alle alternative tecnologiche, Giorgia Meloni ha richiamato esplicitamente il futuro del trasporto pesante:
«Non può esistere solo l’elettrificazione per il futuro dell’auto, e tantomeno per quello del trasporto pesante o dell’industria, a partire da quella dell’acciaio, del vetro e del cemento. Dobbiamo al contrario rimanere aperti a tutte le soluzioni, come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035.»
Questa affermazione indica una linea di continuità industriale per i motori endotermici adattati ai carburanti alternativi, per evitare brusche rotture con la filiera dei mezzi pesanti.
Trasporto pesante e occupazione: gli impatti economici della transizione
Il Governo richiama l’esigenza di una transizione graduale e sostenibile, che tenga conto delle piccole e medie imprese del settore.
Una regolazione troppo rapida rischierebbe di compromettere competitività, approvvigionamenti e occupazione in un comparto che muove ogni giorno il Paese.
Il trasporto pesante, senza infrastrutture adeguate, non può subire un cambio tecnologico completo in tempi stretti.
Negoziati europei e la posizione italiana
Giorgia Meloni rivendica la capacità dell’Italia di orientare la discussione verso soluzioni più pragmatiche per i mezzi pesanti.
La proposta è quella di una neutralità tecnologica che permetta lo sviluppo di diverse innovazioni nella riduzione delle emissioni, sempre supportata da risorse verificabili e una revisione periodica degli obiettivi.
L’Italia vuole quindi garantire una transizione che non abbandoni l’autotrasporto e la forza produttiva nazionale.
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