Tachigrafo, responsabilità delle imprese di autotrasporto sull’uso
Ecco cosa dice la Cassazione nell’ l’ordinanza n.1802 e cosa cambia dopo la sentenza
La gestione del tachigrafo da parte delle imprese di autotrasporto non è più una questione secondaria: lo conferma l’ordinanza n. 1802 del 25 gennaio 2025 della Corte di Cassazione, che ridefinisce il perimetro della responsabilità aziendale. Oggi, l’obbligo non si limita alla corretta installazione del cronotachigrafo, ma si estende a formazione, istruzione, controllo e documentazione costante.
Nel settore dell’autotrasporto, il tachigrafo digitale non è solo uno strumento tecnico: è un presidio giuridico, pensato per garantire sicurezza stradale e tutela delle condizioni di lavoro dei conducenti. Proprio per questo, le imprese sono chiamate ad assumersi una responsabilità attiva e strutturata. E la giurisprudenza recente lo conferma.
Norme sul tachigrafo: la legge per le imprese di autotrasporto
Le imprese di autotrasporto devono rispettare un quadro normativo multilivello, composto da:
- Regolamento (UE) n. 165/2014: all’articolo 33 impone alle imprese di garantire formazione, istruzione e controllo sull’uso del tachigrafo.
- Regolamento (CE) n. 561/2006: stabilisce l’obbligo di organizzare l’attività dei conducenti in conformità ai tempi di guida e riposo.
- Codice della Strada (D. Lgs. 285/1992): articoli 174 e 179 disciplinano le sanzioni per irregolarità nell’uso del cronotachigrafo.
Le imprese sono responsabili in modo attivo, non solo formale. Devono organizzare una struttura di compliance in grado di prevenire comportamenti irregolari da parte dei conducenti.
Cassazione: corresponsabilità per le imprese di autotrasporto
L’ordinanza della Cassazione prende spunto da un caso pratico: un autista trovato alla guida senza carta tachigrafica inserita. L’azienda ha cercato di difendersi parlando di malfunzionamento, ma senza fornire documenti a supporto.
La Corte ha respinto il ricorso. Ecco le parole chiave della sentenza: “La responsabilità dell’impresa non si esaurisce nella dotazione del tachigrafo, ma comprende l’adozione di misure adeguate a garantirne l’uso corretto da parte dei conducenti”.
Questo passaggio introduce un principio decisivo: corresponsabilità tra impresa e conducente, fondata non sulla colpa soggettiva, ma sull’organizzazione aziendale. Non basta avere il tachigrafo a bordo: bisogna garantire che venga usato in modo conforme.
Tachigrafo, obblighi delle imprese: formazione, istruzioni, controlli e documentazione
La normativa e la giurisprudenza delineano con chiarezza tre pilastri operativi su cui si fonda la responsabilità delle imprese:
Formazione tachigrafo obbligatoria
Secondo il Regolamento 165/2014 e il Regolamento 561/2006, ogni conducente deve essere formato correttamente sull’uso del tachigrafo. In Italia, il Decreto Dirigenziale n. 215/2016 stabilisce:
- Corso di 8 ore, con rilascio di attestato valido 5 anni.
- L’attestato costituisce prova liberatoria in caso di infrazioni minori, come previsto dal Reg. UE 2016/403.
Istruzioni operative tachigrafo scritte
Ogni azienda deve consegnare al conducente un foglio istruzioni annuale, riferito alla singola impresa. Questo documento sintetizza:
- Le norme sui tempi di guida e riposo.
- Le modalità corrette di utilizzo del tachigrafo.
Controlli interni e verifica delle attività
Le imprese devono effettuare controlli documentati ogni 90 giorni, con:
- Resoconti scritti delle verifiche.
- Firma del conducente.
- Conservazione della documentazione per almeno 12 mesi.
In assenza di tali misure, l’impresa non può dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare l’infrazione.
Tachigrafo e imprese di autotrasporto: cosa cambia dopo la sentenza
La pronuncia della Cassazione rappresenta un punto di svolta per la responsabilità delle aziende di autotrasporto. Ecco i principali impatti:
- Responsabilità organizzativa: non è più sufficiente scaricare la colpa sul conducente.
- Prova a carico dell’impresa: l’azienda deve dimostrare di aver adottato misure efficaci per prevenire le violazioni.
- Documentazione obbligatoria: diventa l’arma principale di difesa in caso di contestazione.
In assenza di controlli tracciati, la responsabilità è presunta. E le sanzioni colpiscono direttamente l’impresa, anche in mancanza di dolo o colpa diretta.
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