Autotrasporto, riduzione orario di lavoro autisti mezzi pesanti da gennaio 2026 in Spagna
Ogni conducente percorrerà 8.000 km in meno all’anno
A partire da gennaio 2026, il governo spagnolo potrebbe introdurre una riduzione dell’orario di lavoro per gli autisti di mezzi pesanti nel settore autotrasporto. Una misura che preoccupa profondamente il settore dell’autotrasporto, in quanto rischia di compromettere produttività, competitività e sostenibilità economica.
Secondo le stime presentate da ASTIC (Asociación del Transporte Internacional por Carretera) durante la 48ª Assemblea Generale a La Granja de San Ildefonso (Segovia), ogni autista di camion percorrerebbe in media 8.000 chilometri in meno all’anno, con impatti operativi diretti per le imprese di autotrasporto.
Un freno alla competitività dell’autotrasporto spagnolo
Se approvata, la riforma che prevede la riduzione orario di lavoro autisti mezzi pesanti da gennaio 2026 riguarderà solo gli operatori spagnoli, lasciando immutata la situazione nei Paesi concorrenti. Questa misura pone la Spagna in netto svantaggio competitivo rispetto al resto d’Europa secondo Ramón Valdivia, vicepresidente esecutivo dell’ASTIC.
In ASTIC cresce la preoccupazione di come questa riduzione si concilierà con le rigide normative europee sui tempi di guida e di riposo, che potrebbero generare tensioni operative e legali. La conseguenza? Prezzi più alti per le merci trasportate, meno disponibilità di autisti e maggiore pressione sulla logistica.
Il peso delle normative europee nell’autotrasporto: CS3D, CSRD ed ETS II
La riduzione dell’orario di lavoro si inserisce in un contesto già complesso per il settore autotrasporto. Le aziende devono affrontare nuove regolazioni europee che comportano significativi costi aggiuntivi:
- CS3D (Due Diligence di sostenibilità) e CSRD (Reporting di sostenibilità) richiedono audit esterni e sistemi ESG, con spese stimate tra 75.000 e 175.000 euro/anno per azienda.
- Il Sistema ETS II, operativo dal 2027, introdurrà un costo per le emissioni di CO₂ per i veicoli pesanti, stimato tra 875.000 e 1,2 milioni di euro/anno per flotte di 100 mezzi.
Inoltre, il carburante dei mezzi pesanti sarà gravato da un sovrapprezzo previsto tra 10 e 20 centesimi al litro, senza meccanismi di compensazione per l’autotrasporto paragonabili ad altri settori.
Margini al limite: aumenti su tutti i costi operativi dell’autotrasporto
Nel 2025, il costo minimo per chilometro per le aziende di autotrasporto è salito a 1,14 €/km, con un incremento del 6% rispetto al 2023.
Le principali cause dell’aumento:
- Prezzo dei camion in crescita;
- Maggior costo di pneumatici, manutenzione e assicurazioni;
- Incremento dei contributi sociali;
- Persistenza del fenomeno del “razzo e piuma” sul prezzo del gasolio.
Con margini operativi medi tra il 3% e il 5%, il settore dell’autotrasporto rischia il collasso se non supportato da misure compensative.
Carenza autisti mezzi pesanti: servono 30.000 nuovi conducenti
Parallelamente, il comparto dell’ autotrasporto affronta una grave carenza di autisti professionisti. Secondo ASTIC, mancano all’appello 30.000 conducenti in Spagna — un numero destinato a salire a 116.000 entro il 2028.
Per risolvere il problema servono:
- Inserimento della professione nel Catalogo SEPE delle figure difficili da ricoprire;
- Incentivi per l’occupazione giovanile e femminile;
- Riconoscimento semplificato per conducenti extracomunitari;
- Riforma della formazione professionale nel settore.
L’età media degli autisti di mezzi pesanti oggi è di circa 54 anni, un dato che evidenzia l’urgenza del ricambio generazionale.
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