Auto: Anfia, la componentistica traina la ripresa
E’ stata presentata oggi a Palazzo Birago l’edizione 2011 dell’Osservatorio sulla filiera autoveicolare italiana, tradizionale indagine sul settore auto realizzata dalla Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Anfia.
L’edizione di quest’anno è basata su 290 questionari, per la prima volta compilati on line direttamente dalle imprese e sull’analisi dei bilanci di 2.327 società di capitale. La ricerca è curata da Step Ricerche srl.
“Se l’industria mondiale riparte, ma la produzione italiana appare ancora ferma, la filiera dei componentisti mostra di aver già agganciato la ripresa, con un fatturato in aumento del +11,1% a livello nazionale e del +16,4% per il Piemonte – osserva Alessandro Barberis, Presidente della Camera di commercio di Torino -. Il principale motore della crescita si conferma l’export, che recupera quasi totalmente i livelli del precrisi: oggi ben il 73% delle imprese intervistate dichiara di dovere una parte del proprio fatturato ai clienti esteri. In calo la dipendenza da Fiat, in crescita gli investimenti in ricerca e sviluppo e la flessibilità nel rispondere alle mutevoli esigenze del mercato globale”.
Nel 2010 l’industria mondiale riprende a crescere, soprattutto grazie a paesi come Cina Brasile, India; l’Italia invece è stabile, ma perde posizioni nella classifica mondiale dei paesi produttori di autoveicoli. In generale la filiera italiana, con oltre 2300 imprese, realizza fatturati per complessivi 42 miliardi e occupa circa 169.000 addetti. In Piemonte le imprese sono circa 900, con un fatturato pari a 22,8 miliardi e 90.000 addetti. Rispetto al 2009 il fatturato italiano cresce dell’11,1%, recuperando l’86% dei ricavi precrisi, quello piemontese del 16,4% con un recupero del 90,6%.
La ripresa è guidata dall’export: ben il 73% dichiara di dovere una parte del proprio fatturato a clienti all’estero (il 75% delle piemontesi). Lo confermano anche i dati Istat che quantificano il valore delle esportazioni italiane 2010 in 16,4 miliardi di euro, +25% sul 2009, con un recupero di circa l’88% rispetto al livello pre-crisi.