Autotrasporto, Unatras proclama il fermo: assenza di risposte dal Mit
“Considerata la perdurante assenza di risposte da parte della ministra Paola de Micheli sulle urgenti questioni riguardanti il settore“, Unatras ha proclamato il fermo nazionale dei Tir. Lo annuncia il coordinamento al termine della riunione del Comitato esecutivo che ha autorizzato il presidente Amedeo Genedani a proclamare il fermo nazionale dei servizi dell’autotrasporto.
“La categoria non può più attendere e, considerata l’emergenza che vivono migliaia di imprese italiane quotidianamente, aspetta che si riavvi immediatamente il confronto con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per conoscere la politica del governo e i provvedimenti riguardanti il settore”, scrive Unatras in un comunicato stampa.
“Oggi quindi la presidenza di Unatras ha ricevuto il mandato pieno di espletare tutte le modalità previste dal codice di autoregolamentazione sulle iniziative di protesta, compresa l’individuazione della la data del fermo nazionale dei servizi di trasporto, qualora non si riaprisse il dialogo in tempi brevi “, si legge ancora nella nota.
Le motivazioni della “drastica decisione” sono da ricondurre “alla mancata chiarezza sulle misure inerenti il taglio del rimborso delle accise, vitale per la competitività delle imprese, sulle norme che istituiscono il fondo per il rinnovo del parco veicolare, oltre che la mancata definizione delle norme fondamentali sul rispetto dei tempi di pagamento e sulla pubblicazione dei costi di esercizio per la regolarità del mercato. Normative che, da tempo, le imprese attendono e che sono frutto di precedenti intese. Le associazioni dell’autotrasporto, che hanno sempre dimostrato senso di responsabilità, nulla potranno rispetto al rischio di focolai di protesta incontrollabili che potrebbero insorgere, in forma autonoma, già nei prossimi giorni”, ha concluso Unatras.
Il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè, ha dichiarato: “La grave decisione assunta dal comitato esecutivo di Unatras, che vede coinvolte le federazioni di Conftrasporto/Confcommercio, trova origine nel mancato confronto con il ministero su questioni cruciali per il settore e per l’economia del nostro Paese. La decisione di intervenire con il taglio dei rimborsi sulle accise è la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
“Come ampiamente dimostrano gli studi scientifici presentati da Confcommercio nei giorni scorsi a Cernobbio – spiega il vicepresidente – gli automezzi pesanti concorrono solo per 4,6% sui valori dell’inquinamento che negli ultimi anni è stato ridotto ben del 29,7%. Mentre esistono settori che impattano per 11 miliardi sul costo dell’inquinamento e altri che fiscalmente sono lasciati liberi di non rilasciare gli scontrini fiscali (tassisti), e su di loro non si interviene, si decide di colpire il settore che è meno responsabile di altri. La decisione delle federazioni dell’autotrasporto, con le quali peraltro il ministero non ha ritenuto di avviare neppure un confronto, trova pertanto ampia giustificazione”.
“L’appello che rivolgo, a nome della Confederazione – prosegue Uggè – è che il ministro Paola De Micheli avvii con urgenza quel confronto fino a oggi mancato. Far gravare sull’economia del Paese un costo di due miliardi di euro (tanto pesa una settimana di fermo dei servizi di trasporto) non è augurabile. Le prime a esserne convinte sono proprio le federazioni dell’autotrasporto, ma occorre che la volontà sia reciproca”, conclude il vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto.