Nautica: con il nuovo codice l’Italia diventa più competitiva
Sburocratizzazione, modernizzazione, cultura e sicurezza. Questo in sintesi è ciò che propone il nuovo Codice della Nautica approvato in Consiglio dei ministri. Frutto di un lungo lavoro svolto dal governo, dalle Capitanerie di Porto, dalle Commissioni parlamentari e dalle associazioni, le nuove disposizioni che riguarderanno i marittimi consentiranno all’Italia di avere una nuova normativa in grado di rendere il paese competitivo in Europa e il rilancio di un in importante settore che dà lavoro a 40 mila persone.
“Il testo – riferisce un comunicato diffuso da Palazzo Chigi dopo l’approvazione -, sul quale sono stati nuovamente acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari, rafforza la tutela di interessi pubblici generali, tra i quali la protezione dell’ambiente marino, la sicurezza della navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare e la diffusione tra le nuove generazioni della cultura e dell’educazione marinara, prevedendo al contempo interventi per lo sviluppo di un turismo sostenibile e costiero. Inoltre, semplifica i procedimenti amministrativi del diporto nautico, in modo da favorire la competitività e la capacità di attrazione di investimenti nel settore e da promuovere la crescita del volume commerciale in ambito diportistico”.
Il nuovo Codice della Nautica contiene una serie di novità positive: dall’istituzione di un sistema telematico centrale, all’adozione del Passenger Yacth Code italiano, dalla semplificazione per poter battere la bandiera del nostro Paese, alla sicurezza anche nel sanzionamento della navigazione in stato di ebrezza o sotto stupefacenti, dagli eccessi di velocità al rispetto dell’ambiente.
Per la prima volta, inoltre, si parla della “cultura della nautica” e viene istituzionalizzata una ‘giornata del mare‘ che sarà celebrata l’11 aprile di ogni anno. Grande soddisfazione del relatore del provvedimento, il senatore Pd Raffaele Ranucci, il quale rivendica il “grande lavoro parlamentare, svolto dal Pd nella Commissione Lavori Pubblici del Senato e cominciato 3 anni fa con un convegno organizzato dal gruppo dei senatori dem, con il presidente Zanda.