Federagenti: l’Italia tagliata fuori dal mercato dei “Giganti del mare”
Si è svolto oggi a Roma il convegno di Federagenti dal titolo “Il confine dei giganti”, dal quale è emersa una fragilità complessiva del sistema italiano dei porti di fronte alla nuova sfida posta dalle nuove grandi navi portacontainer. Alcuni porti italiani possono ospitare solo navi sino a un massimo di 15, forse in casi eccezionali, 16 mila containers teu: le nuove navi sono lunghe quattro campi di calcio, nuovi colossi da 21mila containers.
Il convegno, dopo l’apertura di Paolo Uggè (Confcommercio) ha visto confrontarsi in una tavola rotonda il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, il Presidente di Assiterminal, Marco Conforti, l’amministratore delegato di Fercam, Thomas Baumgartner e Ignazio Messina, amministratore delegato della Ignazio Messina & C. Le conclusioni sono state tracciate da Ivano Russo, Consigliere del ministro dei Trasporti.
Nel corso del convegno è emerso che, ad ostacolare l’ingresso dell’Italia in questo nuovo mercato, oltre alle dimensioni delle infrastrutture portuali, è la quasi totale assenza di un mercato che garantisca il carico sufficiente ad alimentare questi giganti del mare. Ma anche il fatto che nelle strategie già decise dalle grandi concentrazioni non si prevedono scali in Mediterraneo se non occasionalmente a Malta, a causa di carenza di strategie politiche coerenti. Quindi le super navi provenienti dall’estremo oriente allo stato attuale scaleranno solo in Nord Europa.
“Tutti gli interventi legislativi, regolatori e infrastrutturali del settore – ha affermato il presidente di Federagenti, Michele Pappalardo – sono fermi al palo e il paese si trova a subire passivamente scelte sulle quali non può incidere perché non può neppure contare sulla definizione di un piano logistico o su scelte precise su quali porti (e su quali sistemi infrastrutturali coerenti) potranno ambire a un ruolo sulle grandi rotte del trasporto container”.