Trasporto vino e olio: l’Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti chiede un manuale di buone pratiche
Stabilire un manuale di buone pratiche per il trasporto di vino ed olio EVO, attualmente privo di una normativa specifica. Lo ha chiesto la presidente di OITA (Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti) Clara Ricozzi, nel corso del talk show di apertura dell’edizione 2018 del Festival della Gastronomia di Roma, una delle maggiori manifestazioni del settore.
Olio e vino sono liquidi alimentari sensibili alle condizioni ambientali (temperatura, vibrazioni), che influiscono sulla loro conservazione e sul mantenimento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali originarie. Queste condizioni alteranti possono verificarsi nella fase del trasporto. Non esistono però normative specifiche che regolino questa fase, ha ricordato Clara Ricozzi nel corso dell’incontro intitolato Il trasporto di vino e olio, tra eccellenza, tracciabilità e sostenibilità, e ha proseguito notando che anche la denominazione in etichetta, per esempio per l’olio, “conservare al riparo della luce e lontano da fonti di calore”, è facoltativa.
Nonostante diversi spedizionieri e trasportatori forniscano indicazioni e offerte specifiche per il trasporto di vino, l’attenzione viene posta sulle modalità di imballo e si concentra sull’integrità del contenitore, comunque importante per il valore economico e per la commerciabilità del prodotto, piuttosto che su quella del contenuto.
La poca attenzione alla regolazione del settore da parte degli enti normatori, a livello italiano ed internazionale, deriva dal fatto che l’alterazione di olio EVO e vino provoca un’alterazione qualitativa, non un degrado che porta conseguenze sanitarie, almeno apparentemente. In questo i due generi merceologici differiscono da molti prodotti alimentari per i quali il trasporto è normato in modo stringente.
Vista l’importanza che olio EVO e vino hanno per l’economica italiana, ha proseguito la presidente dell’Osservatorio, è necessario intervenire con la definizione di linee guida minime, che siano inizialmente raccomandate e alla fine obbligatorie per chi imballa e trasporta. Per quanto riguarda i parametri da utilizzare, sono disponibili studi scientifici dai cui risultati si possono trarre indicazioni precise di condizioni, soprattutto in termini di temperature, livello di vibrazioni e modalità di maneggio delle confezioni, al verificarsi delle quali esiste il rischio elevato e concreto di alterazione del prodotto.
Secondo OITA, una strada potrebbe essere l’estensione dell’applicabilità delle norme internazionali ATP (temperatura controllata), oppure raccomandazioni come quelle esistenti a livello europeo in ambito farmaceutico. Un primo passo potrebbe essere uno standard ad adesione volontaria per poi passare a una normativa cogente, da rendere valida in ambito interno e nel contesto europeo/internazionale.
L’appello dell’Osservatorio è stato accolto con grande interesse da parte del panel dei relatori dell’incontro, moderato dal noto giornalista Paolo Barilari, che comprendeva anche Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia, principale ente certificatore italiano delle denominazioni DOC, DOCG, IGT e BIO;Umberto Torello, Presidente Sezione Trasporto alimentare di ANITA, Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici, e Presidente di Transfrigoroute Italia, Associazione trasportatori e operatori trasporto prodotti a temperatura controllata, Alfredo Pinto, consigliere di Vinarius, Associazione delle Enoteche italiane; Antonio Torello, consigliere generale di ANITA e Chief Transportation Officer diGruppo Torello, Marta de Matteis, fondatrice di Comolio, Elisa Casagrande, responsabile relazioni esterne di Italscania.