Voli in ritardo, cosa cambia per rimborso e risarcimento con la riforma Ue
La riforma potrebbe cancellare l’85% delle richieste di rimborso per i voli in ritardo
Una riforma destinata a cambiare i diritti dei passeggeri aerei per rimborso e risarcimento dei voli in ritardo, nell’Unione Europea, potrebbe essere approvata il prossimo 5 giugno 2025.
In discussione il Regolamento (CE) n. 261/2004, conosciuto come Regolamento EU261, che garantisce oggi il diritto al risarcimento per chi subisce voli in ritardo, cancellazioni o imbarchi negati.
Secondo le stime, l’85% delle richieste di risarcimento per voli in ritardo oggi ammesse verrebbe respinto con la nuova normativa. In Italia, ciò significa che circa 360.000 passeggeri l’anno perderebbero il diritto a essere risarciti.
Riforma EU261: cosa cambierebbe per rimborso e risarcimento dei voli in ritardo
La riforma EU261 prevede modifiche drastiche:
- Abolizione della soglia attuale di 3 ore di ritardo per avere diritto al risarcimento nei casi di voli in ritardo;
- Nuove soglie di ritardo voli più elevate: 5 ore per i voli a corto raggio, 9 per quelli a medio raggio, 12 per i voli a lungo raggio;
- Risarcimento massimo di 600 euro ridotto: 300 euro per voli brevi, 500 euro per quelli lunghi;
- Ampliate le circostanze eccezionali: scioperi, malattie dell’equipaggio e guasti tecnici non daranno più diritto al risarcimento per voli in ritardo.
La proposta di revisione del Regolamento EU261.
Secondo Anton Radchenko, CEO di AirAdvisor e avvocato specializzato in diritto dell’aviazione, si tratta di un tradimento nei confronti dei cittadini europei. La maggior parte dei voli in ritardo dura tra 3 e 5 ore, la riforma escluderebbe proprio questi casi.
I dati in Italia: l’impatto dei voli in ritardo
Nel 2024:
- Sono stati registrati 1,9 milioni di voli;
- Oltre 4,1 milioni di passeggeri hanno subito cancellazioni o ritardi;
- 2.900 voli hanno avuto ritardi superiori a 3 ore;
- Circa 422.000 passeggeri hanno avuto diritto a un risarcimento;
Con le nuove soglie, l’85% di questi diritti verrebbe cancellato: fino a 360.000 viaggiatori italiani l’anno resterebbero senza tutela nei casi di voli in ritardo.
Il dissenso dei cittadini europei è forte e trasversale
Un recente sondaggio condotto da AirAdvisor su oltre 1.000 cittadini UE ha messo in luce una forte opposizione popolare:
- 92% dei viaggiatori si oppone alla riforma;
- 76% vuole risarcimenti indicizzati all’inflazione;
- 61% desidera il diritto alla compensazione già dopo 2 ore di ritardo;
- Tra i giovani (18–26 anni), 94% si oppone se informato.
Un contesto internazionale in controtendenza
Mentre l’UE si prepara a indebolire i diritti dei passeggeri colpiti da voli in ritardo, altri Paesi stanno andando nella direzione opposta. UK, USA, Canada, Brasile, Turchia, Arabia Saudita stanno adottando o rafforzando normative simili all’EU261, non smantellandole.
I profitti delle compagnie aeree salgono, i diritti dei passeggeri crollano
Secondo IATA, nel 2024 le compagnie aeree globali hanno registrato entrate record di 940 miliardi di euro, con un aumento del 6,2% rispetto al 2023.
Secondo Anton Radchenko, CEO di Ai Advisor si tratta di una riforma che sposta i costi sugli utenti più deboli. Chi perde ad esempio perde un giorno di lavoro a causa di un volo in ritardo, senza compensazione, sarà sempre un cittadino con meno risorse. Le compagnie aeree, invece, continuano ad aumentare i profitti.
Petizione rimborso e risarcimento dei voli in ritardo
In vista della votazione del 5 giugno 2025, AirAdvisor lancia una petizione urgente per bloccare la riforma. L’appello è rivolto ai cittadini europei e ai rappresentanti politici.
Continua a leggere: Caro voli, fissato un tetto per il costo nella bozza del Decreto Infrastrutture