Vele, motore della storia: un libro su uomini e mare
L’originale e affascinante idea di ripercorrere la storia dell’umanità attraverso l’evoluzione della navigazione è raccontata nel libro di Paolo dell’Oro: “Vele, motore della storia”. Appassionato lui stesso di navigazione a vela, ma insieme uomo di scienza, l’autore concilia questa sua doppia anima alternando racconto storico e divulgazione scientifica.
I primi due capitoli più tecnici, Vento e onde e Aerodinamica delle vele, che forniscono gli strumenti di base per comprendere i principi della navigazione, lasciano poi spazio agli uomini straordinari che animeranno le pagine di questo libro per l’arguzia, il coraggio e la spregiudicatezza nel loro rapporto con il mare. Naturalmente gli italiani – Colombo, Caboto, Vespucci – “cervelli in fuga” ante litteram, costretti a cercare fortuna all’estero e mettersi al servizio di Spagna e Portogallo, protagonisti dei viaggi di scoperta e colonizzazione nelle nuove rotte oceaniche a partire dal XV secolo. I portoghesi Bartolomeo Diaz, che doppiò il Capo di Buona Speranza nel 1488, aprendo la via oceanica dall’Europa verso le Indie orientali; Ferdinando Magellano, primo a partire dall’Europa verso Ovest diretto nelle Indie attraverso il passaggio che da lui ha preso il nome. Ma anche il corsaro sir Francis Drake, il capitano James Cook, o l’ammiraglio Horatio Nelson che sconfisse a Trafalgar la flotta napoleonica, morendo sulla sua nave.
Le più grandi civiltà del passato e i grandi Stati moderni sono nati o si sono sviluppati grazie alla vicinanza e al rapporto simbiotico con le vie d’acqua. Dalla prima testimonianza di navigazione a vela, dall’antico Egitto (3500 a.C.), ai più grandi navigatori dell’antichità: i Fenici, veri dominatori del Mediterraneo. Ma è la civiltà Romana quella con cui si andrà delineando la differenziazione tra imbarcazioni per il trasporto delle merci, le grandi e pesanti navi onerarie a vela quadra, veri container dell’antichità, e le più piccole e veloci navi a vela triangolare, le Liburne, sull’esempio delle navi degli antichi pirati della Dalmazia.
Dalla nave oneraria antica avrà origine la nave a vela moderna – attraverso varie fasi evolutive e diverse declinazioni nell’equipaggiamento (cocca, caravella, veliero, galeone, vascello, clipper) – che si affermerà nelle rotte oceaniche, nei secoli delle scoperte geografiche tra XV e XVIII secolo con sempre più alberi e una superficie di vele quadre più ampia. Sono i secoli in cui Spagna e Portogallo, e successivamente Olanda e Inghilterra, si contendono il primato della navigazione, alla scoperta di nuove rotte e nuove terre attraverso cui affermare il proprio primato politico-economico. Questa sarà anche la stagione che vedrà l’affermazione del fenomeno della pirateria, perché le navi cariche di merci e beni preziosi sono una vera calamita per i saccheggi.
Il momento di massimo fulgore della navigazione a vela, quando i tempi di percorrenza si riducono drasticamente, grazie a imbarcazioni sempre più veloci e leggere e alla maestria dei marinai, e si diffonde la navigazione sportiva delle regate, coincide con l’avvento sulla scena e la progressiva affermazione del piroscafo a vapore, che si rivelerà via via mezzo più veloce ed economico – tra l’altro perché richiede meno equipaggio – e permette quindi di ottimizzare i tempi di consegna delle merci e di viaggio per i passeggeri sempre più numerosi. Per finire, una veloce incursione nel presente, con le navi su cui Paolo Dell’Oro ha avuto modo di viaggiare nelle isole greche, su cui però le vele sono comandate elettronicamente da una cabina dotata di tutti i comfort – prassi che manca totalmente di fascino e romanticismo agli occhi di un velista – e gli sviluppi futuri della vela solare, verso altri viaggi e nuove conquiste…
Paolo Dell’Oro: “Vele, motore della storia. L’evoluzione delle vele nella storia”
Il Frangente
358 pagine
23,00 euro
Grazie a Ufficio Stampa Edizioni Il Frangente
Adelina Maddonni