Pubblicato il piano porti, la Filt Cgil chiede incontro al Governo
Dopo l’approvazione, in via preliminare, lo scorso 3 luglio, del Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica (PSNPL) e la sua pubblicazione sul sito del MIT, la Filt Cgil chiede un “incontro al Governo e di essere ascoltati dalle Commissioni parlamentari che, a breve, dovranno esprimere un parere sul Piano e sul suo iter legislativo”.
La Federazione Italiana Lavoratori Trasporto spiega in una nota che “le azioni e gli strumenti legislativi, non ancora definiti, che servono per mettere in rete i porti con la logistica saranno un passaggio fondamentale per capire le intenzioni del Governo sul metodo partecipativo che intende adottare, primo tra tutti il passaggio alle Commissioni che dovranno esprimere un parere”.
Secondo l’associazione di categoria, infatti, “serve un recupero dei ruoli di rappresentanza sociale e parlamentare, oggi utilizzati in forma discriminatoria, che in passato invece hanno dimostrato di saper trovare punti avanzati di mediazione”. “Fino ad oggi – continua la Filt – il Governo ha scelto di tenere fuori, non solo dal confronto ma anche dall’ascolto il mondo del lavoro, al contrario di quello delle imprese coinvolte in tutte le fasi decisionali e non si conosce nulla sui temi della regolazione del mercato nel porto ma soprattutto delle regole che attengono all’utilizzo della forza lavoro con quali vincoli di sicurezza, formazione, specializzazione e su quale contratto di lavoro interessi le attività portuali o retro portuali con il rischio che entrino in competizione i contratti di lavoro e quindi il lavoro”.
Il Piano attende ora di essere ottoposto alle competenti Commissioni parlamentari per l’espressione del previsto parere e tornerà successivamente all’esame del Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva.
Tra i suoi punti salienti è previsto un cambiamento della governance in direzione di una maggior snellezza dei processi, per favorire, spiega il Ministero dei Trasporti “la crescita economica del Paese attraverso il rafforzamento della competitività del sistema portuale e logistico italiano”. Per far questo, in particolare, viene “delineata una strategia integrata, con azioni da compiere sia nei porti sia sulla loro accessibilità – da mare e da terra – al fine di potenziare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e negli scambi internazionali”.La novità risiede nelle Autorità di sistemi portuali (AdSp), il cui numero non sarà superiore ai porti ‘core’. Toccherà all’Autorità di sistemi portuali identificare le priorità degli investimenti, da finanziare con risorse pubbliche. La loro approvazione sarà affidata a una Direzione Generale della Portualità e della Logistica rafforzata all’interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per favorire una comunicazione centralizzata, in ogni porto sarà prevista l’esistenza di un ufficio territoriale dell’AdSP. Nelle Adsp saranno concentrate “tutte le principali funzioni di promozione, pianificazione, gestione e controllo oggi attribuite alle Autorità portuali e in particolare tutte quelle previste in capo all’ente di gestione del porto dalla proposta di Regolamento Ue in materia di servizi portuali, con evidenti economie di scala, oltre che un sicuro recupero di efficacia, per alcune di esse (attività di promozione, pianificazione, di carattere tecnico”.