Contributo ART: le associazioni scrivono al governo
Le associazioni di categoria del settore dell’autotrasporto sono tornate sulla questione del pagamento del contributo per il funzionamento dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che in questi giorni sta recapitando alle imprese del settore dell’autotrasporto e della logistica richieste relative ai contributi per l’anno 2015.
Con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, Anita, Unatras, Fedit e Alleanza delle Cooperative Italiane, settore Servizi e Utilities sottolineano come già lo scorso anno avessero “evidenziato ed argomentato al Ministro dei trasporti ed alla stessa ART le ragioni per cui il settore dell’autotrasporto è del tutto estraneo alle attività ed alle competenze dell’Autorità”.
“Il comparto – spiega infatti il documento -, oltre ad essere completamente liberalizzato, è già “regolato” dall’Albo degli autotrasportatori, organismo che è chiamato ad assolvere compiti parzialmente sovrapponibili a quelli dell’ART, quale quello di controllo della regolarità delle imprese ed al quale le imprese già versano un contributo annuale, senza contare il contributo all’Antitrust e all’AGCOM per chi effettua trasporti postali”. Conclusioni a cui erano giunti l’allora ministro, Maurizio Lupi, e il sottosegretario Del Basso De Caro, con due distinte note ministeriali (del 2 dicembre 2014 e 13 maggio 2014).
Quest’anno,l’aliquota del contributo richiesto alle imprese di autotrasporto e logistica ammonta allo 0,2 per mille del fatturato, per i soggetti il cui fatturato è superiore a 30 milioni di euro; un contributo ulteriore ritenuto particolarmente oneroso considerando il disagio che colpisce da tempo il comparto. Questa e altre questioni, come la mancanza di scelte e di politiche che accrescano la competitività, spiegano ancora le associazioni, potrebbero costituire l’ennesima spinta per indurre sempre più le imprese “a delocalizzare la propria attività in altri Paesi europei o a destrutturarsi. Fenomeni che impoveriscono lo Stato e il nostro tessuto imprenditoriale ed accentuano la polverizzazione del settore”.